Crescita personale: la teoria delle 12 stanze di Ezio Bosso.
In quale ci troviamo?

Sono tante le cose che resteranno nei nostri cuori di Ezio Bosso. Tra queste la sua visione della vita, di quelle stanze in cui ci fermiamo e ci affermiamo: 12 stanze in cui lasceremo qualcosa di noi. 

Era il 2015 quando Ezio Bosso parlò per la prima volta della teoria delle 12 stanze. 

Lo fece presentando il suo primo lavoro da solista, 'The 12th Room' un concept album composto da 2 CD in cui Bosso propone brani inediti e di repertorio che spaziano da Bach a Chopin a Cage. 

“C’è una teoria antica che dice che la vita sia composta da dodici stanze. - Disse il Maestro presentando il suo album - Sono le dodici in cui lasceremo qualcosa di noi, che ci ricorderanno. Dodici sono le stanze che ricorderemo quando passeremo l’ultima. Nessuno può ricordare la prima stanza perché quando nasciamo non vediamo, ma pare che questo accada nell’ultima che raggiungeremo. E quindi si può tornare alla prima. E ricominciare.” 

Queste le parole con cui Ezio Bosso presentò la sua opera.

E di quella parola, stanza, tanto utilizzata nel linguaggio della quotidianità, ma senza darle importanza, come fosse scontata, Bosso aveva evidenziato l’importanza, dichiarando di essere arrivato alla stanza che libera, la fine, la dodicesima, che non è l’ultima ma quella in cui si ricomincia, si rinasce.

Bosso, della parola stanza, disse che “significa fermarsi” e al tempo stesso “affermarsi“. E che le stanze che abbiamo costruito nelle nostre case, dove ci fermiamo, dando loro nomi, numeri e significati, sono infinite, anche se nessuno ci pensa mai.

Perché ci sono stanze per ogni cosa, quella della musica, la stanza dei giochi, il salone, la cucina e poi ci sono stanze dei sogni, altre che attraversiamo o che ci hanno intrappolato, alcune che ci hanno reso più forti, altre che ci hanno fatto conoscere l’amore, la bellezza, la meraviglia, la sofferenza. Stanze che sono un po’ come storie.

Ed è a alle stanze, dicevamo, che Bosso aveva dedicato questa straordinaria opera da solista, nata dal vivo al Forte di Exilles, e incisa nel 2015 al Teatro Sociale di Gualtieri. Opera che include stanze di ogni genere, incluse le sale d’attesa dell’ospedale dove spesso aveva dovuto recarsi a causa di una grave malattia neurodegenerativa.

'The 12th Room' è suddiviso in due, un primo con 4 brani inediti e 7 di repertorio pianistico, che simboleggiano le varie fasi esistenziali, e un secondo dedicato alla Sonata No. 1 in Sol Minore, che simboleggia proprio la dodicesima stanza. Quella che Bosso aveva definito la stanza, non della fine, ma della definitiva liberazione e della rinascita.

Il tema delle stanze tanto caro al maestro Bosso ci permetterà di collegarci a tanti argomenti di crescita personale, di coaching e di psicologia.

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